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Riscoprire i Pooh

Cinquant’anni di canzoni e davvero niente ha potuto fermare la musica dei Pooh.

Proprio quest’anno il quartetto più amato d’Italia festeggia mezzo secolo di indimenticabili note.

Nel 1966 i Pooh si chiamavano Jaguars e  la prima formazione era  destinata a cambiare presto: sono Negrini, Bertoli, Goretti, Fagioli e Gillotti a firmare il primo contratto discografico e a pubblicare i primi 45 giri, cover di successi americani e britannici in piena folgorazione beat. Il ’66 è un anno denso di prime volte, come quella del primo album (Per Quelli Come Noi) ma anche dei primi cambi di formazione, che vedono l’arrivo di Robi Facchinetti e poi di Riccardo Fogli.

Quando due anni dopo entra in scena il giovane talento di Dodi Battaglia, i Pooh sono ormai un quartetto pronto a fare la storia – e proprio nel ’68 si godono il primo vero successo, “Piccola Katy”.

Quella del ’71 è un’altra annata speciale nella storia del gruppo, che firma con la CBS e pubblica due dei suoi classici più fortunati, “Tanta Voglia di Lei” e “Pensiero”. Il successo supera i confini dell’Italia e l’album” Opera Prima”  quelli del pop, strizzando l’occhio alla musica sinfonica.

Valerio Negrini, batterista e paroliere della band, decide di concentrarsi esclusivamente sul secondo ruolo, e viene sostituito alla batteria dal romano Stefano D’Orazio. Il 1972 spinge i Pooh sempre più in alto, grazie ai singoli” Noi Due nel Mondo e nell’Anima/Nascerò con Te” (eccezionalmente doppio lato A) e “Cosa Si Può Dire di Te “e all’Lp “Alessandra”. Segue l’abbandono di Riccardo Fogli, desideroso di concentrarsi su nuovi progetti da solista – in seguito ad interminabili provini, il gruppo decide di arruolare il basso di Red Canzian.

Il primo album pubblicato dalla formazione più longeva dei Pooh è “Parsifal,” una delle punte di diamante di una proficua carriera.

L’atmosfera è quella di un ambizioso prog di respiro europeo, impreziosito da una seconda parte strumentale che mette finalmente in risalto le doti dei Pooh strumentisti – Battaglia, in particolar modo. L’esplorazione sperimentale del quartetto prosegue con i successivi “Un Po’ del Nostro Tempo Migliore “e “Forse Ancora Poesia”, provando una volta per tutte che il gruppo cerca ben altro rispetto a facili successi da classifica. Il ’76 arriva con un altro primato: i Pooh sono i primi artisti italiani a tentare la sorte con una  autoproduzione. Si tratta dell’ennesima scommessa vinta, e l’album” Poohlover “rappresenta un significativo punto di svolta. Non c’è più incertezza nel lasciar splendere il talento dei quattro musicisti, che si trovano ad esplorare arrangiamenti sempre più ricchi.

I Pooh sono ormai alla testa del Pantheon musicale italiano, e a partire dalla seconda metà degli anni Settanta si dividono tra tour grandiosi, tivù, e naturalmente studi di registrazione – dove i quattro affinano sempre meglio un’ispirazione da instancabili sperimentatori, evidente in album come “Rotolando Respirando,” “ Boomerang” e “Viva”.

Gli anni Ottanta si aprono con “Hurricane”, progetto che vede i successi più recenti della band ripensati in inglese, mentre il successivo” …Stop” rivendica un’ attitudine rock. L’81 è l’anno di “Buona Fortuna”, uno dei più amati Lp del gruppo, che viene lanciato da un primo singolo travolgente, l’evergreen “Chi Fermerà la Musica.” Dopo un intenso tour nazionale (fotografato nel live Palasport) dall’83 i Pooh si mettono in viaggio per registrare note nuove: nascono così gli album “Tropico del Nord,” “ Aloha “e “Asia Non Asia”, registrati rispettivamente ai Caraibi, alle Hawaii e in Giappone.

Nell’86 i quattro sono proclamati Cavalieri della Repubblica, e l’anno successivo pubblicano uno dei loro album più impegnati,” Il Colore dei Pensieri”,  e l’album dell’88 “Oasi” segna l’inizio della collaborazione dei Pooh con il WWF.

Il decennio successivo viene avviato nel migliore dei modi, ovvero con un primo posto al Festival di Sanremo del 1990. Merito di “Uomini Soli,” una delle più apprezzate perle firmate da Facchinetti e Negrini. L’omonimo album rappresenta un altro successo, come anche il successivo” Il Cielo E’ Blu Sopra le Nuvole”. Nel ’94 “Musicadentro “saluta senza malinconia l’epoca del vinile, e per la prima volta vede i Pooh unici arrangiatori di tutti i brani. Due anni dopo i quattro tornano in studio di registrazione e, nonostante un periodo di difficili rapporti interpersonali, pubblicano uno dei più grandi successi della loro discografia, l’album “Amici Per Sempre.” Il triplo disco di platino è assicurato da intramontabili hit come “La Donna del Mio Amico. “Gli anni successivi sono dedicati alla celebrazione dell’incomparabile storia della band, con la pubblicazione di raccolte e di una biografia. Un nuovo album di inediti vede la luce nel ’99: si tratta di “Un Posto Felice,”  seguito da un tour trionfale.

Il nuovo Millennio è inaugurato dal fortunato “Cento di Queste Vite e” da un progetto inedito. I Pooh si dedicano infatti alla stesura di un musical, Pinocchio, che viene portato nei teatri italiani dalla Compagnia della Rancia. Nel 2002 gli stessi Pooh selezionano undici delle canzoni scritte per lo spettacolo e le incidono in un nuovo album.

Nel 2006 i Pooh firmano Cuore Azzurro, l’inno ufficiale della nazionale italiana, regina dei Mondiali di calcio.

“Beat ReGeneration” (2008) celebra le origini del gruppo, che per l’occasione si fa interprete di grandi classici del beat anni Sessanta. Il tour del 2009 viene presentato come l’ultimo di Stefano D’Orazio, pronto a lasciare le bacchette – sarà rimpiazzato dal navigato Steve Ferrone. Prima della separazione, però, i tre amici lavorano alle musiche del nuovo musical di D’Orazio “Aladin”.

Il debutto di Ferrone è coronato dalla pubblicazione di “Dove Comincia Il Sole,” una riscoperta delle atmosfere indimenticabili di Parsifal. Seguono anni di tour nazionali ed internazionali, ed una rilettura sinfonica di grandi successi del passato intitolata “Opera Seconda. “

Il 2013 si tinge di toni scuri, con l’improvvisa scomparsa di Valerio Negrini.

Negli anni successivi i Pooh cominciano ad allestire la trionfale festa per il mezzo secolo di incomparabile carriera – una festa che avvolge il 2016 con una serie di eventi grandiosi. I Pooh ritrovano Stefano D’Orazio, ma anche, dopo più di quarant’anni, Riccardo Fogli. L’inedita formazione trionfa a giugno sul palco dello stadio di San Siro – una celebrazione indimenticabile immortalata dal live “Pooh 50 l’Ultima Notte Insieme “in uscita il 16 settembre. Il gruppo suona ancora in location d’eccezione (l’Arena di Verona) e si prepara poi a trascorrere autunno e inverno in giro per i palasport di tutta Italia. Quella dei Pooh è una musica instancabile, di ispirazione ininterrotta, che aspetterà il 31 dicembre per apporre la parola “fine” alla sua incredibile storia.

“Chi fermerà la musica?”, si chiedevano nel 1981. Oggi, più che mai, è evidente che certa musica proprio non può essere fermata.

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