Sono Solo Canzonette
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1. 4:35
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2. Il rock di capitan uncino 5:34
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3. Nel Covo Dei Pirati 5:17
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4. Dopo Il Liceo Che Potevo Far 2:52
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5. 4:00
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6. Rockcoccodrillo 6:15
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7. Tutti Insieme Lo Denunciam 4:56
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8. Sono solo canzonette 4:58
Nel 1980, quando viene pubblicato “Sono solo canzonette” , Edoardo Bennato ha alle spalle anni di gavetta e di successi in cui ha affinato sempre di più un suo stile personale, eterogeneo e multiforme, che mescola il pop al rock ,il jazz e la musica sinfonica alla tradizione partenopea. I testi, fuori dagli schemi e dalle regole, sono a volte ironie graffianti sui peccati veniali e mortali del Belpaese, a volte introspettivi, dolenti ed emozionati.
“Sono solo canzonette “ è l’album della definitiva incoronazione dell’artista napoletano, che se nel 1977 si era servito della favola di Pinocchio come metafora di luci ed ombre del nostro vivere, qui ricorre alla favola di Peter Pan, ai suoi sogni e ai suoi nemici, per incarnare malcostumi, soprusi e piccole vigliaccherie di cui tutti siamo vittime o carnefici. Sará la fantasia l’unica forza salvifica, colei che può mantenerci innocenti il più a lungo possibile, senza dover crescere mai?
“Ma che sará” si apre con le percussioni di Tony Cercola, chitarra e l’irrinunciabile kazoo di Bennato. Una dichiarazione d’intenti: se non riesci a volare, resterai legato a terra e alla fredda razionalità, che alla fine impoverirà forze e futuro. Così Edoardo/Peter indica il cielo, perché da lassù, magari, certi giganti di carta riacquisteranno la loro giusta altezza di nani.
Segue uno dei suoi più noti evergreen : “ Il rock di Capitan Uncino” un gustoso rock’n’roll che sotto un’andamento solare e scanzonato nasconde un attacco ai “falsi teorici”, gli illuminati , in particolare riferito a quegli anni di piombo, dove filosofi della rivoluzione spandevano sangue di civili sulle strade d’italia .
“Nel covo dei pirati”, ballad gentile, impreziosita dai flauti, viole e violoncelli si rivolge alla figura femminile, come sempre con grande partecipazione, empatia ed ammirazione. Donna forte, coraggiosa,capace di raggiungere vette altissime , e di vincere pirati e paure.
Una danza jazz per “Dopo il liceo che potevo far” con i bei fiati a contrappunto (tra gli altri, Enzo Avitabile), e tra uno swing e una ritmica tip tap seguiamo i pensieri svampiti di Spugna, pirata senza vocazione, perché se finiti gli studi qualcosa bisogna fare, e va bene tutto ma senza troppa fatica , voilá ecco l’impiego nella ciurma di un Uncino qualunque.
È all’armonica e alle chitarre che Bennato affida il bel testo dell’indimenticabile “L’isola che non c’è”: può darsi che non esista, ma quando smetterai di cercarla, allora sarai veramente smarrito.
La canzone che da’ il titolo all’album canta in grande allegria di diritto alla libertà, di diritto di espressione, e queste benedette canzonette sotto sotto, tra un riff e un ritornello , nascondono temi e riflessioni più taglienti di una lama…..ma non sparate sul pianista, sono “solo “ canzonette!
Le tastiere di Aldo Banfi introducono “Rockodrillo”, resa beffarda nell’arrangiamento anche dai contrappunti del cromorno di Roberto Fix e dal kazoo che sottolinea l’andamento a tempo, il tic tac di un orologio – in questo caso inghiottito dal coccodrillo della favola – che scandisce e ordina i tempi di tutti .
Una intro da gran concerto introduce l’orchestra di sapore mozartiano, Orazio Mori, baritono, ed Edith Martelli, soprano, rispettivamente padre e madre di un aspirante “volatore”,sono impegnati in un divertente duetto che tenterà di tagliare le ali al proprio figlio, per riportarlo , finalmente, a terra.