S’istoria
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1. Sos ojos de sa jana 3:11
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2. A sa zente 4:25
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3. A Deus piachende 4:38
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4. S’urtima luche 4:31
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5. Carrasecare 4:33
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6. …a passu lentu 5:49
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7. Chelu nieddu 4:35
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8. Sentimentu 4:36
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9. No potho reposare 4:20
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10. Mamoiada 7:11
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11. Spunta la luna dal monte 4:00
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12. Sa mama e su sole 5:11
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13. Niunu intende 5:36
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14. Desvelos 1:50
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15. In sas nues tuas 4:38
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16. Un alenu ‘e sole 4:35
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17. Bon Nadale 4:53
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1. Disamparados 5:01
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2. Naneddu 4:30
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3. Limba 5:25
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4. Pitzinnos in sa gherra 4:19
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5. S’ispera manna 4:45
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6. Non la giamedas Maria 4:25
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7. Vai (senza di noi) 4:31
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8. Suite: preghiera semplice 5:56
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9. Deus ti salvet et Maria 1:22
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10. Sa Festa 3:05
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11. ‘Etta abba, chelu 4:37
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12. Astrolicanus 5:03
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13. Bettamus intro a nois 3:41
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14. Il popolo rock 4:51
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15. Sa dansa 5:41
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16. Rios de alenos 5:11
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17. Frore in su nie 5:09
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1. Fortza paris 4:24
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2. Sutt’ ‘e su sole 4:04
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3. S’istrada ‘e sa luna 3:49
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4. Bumba 4:48
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5. E saru00c3u00a0 Natale 4:11
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6. Armentos 5:19
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7. Domo mia 3:49
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8. La ricerca di te 3:18
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9. Desperada e laudada 4:02
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10. Madre terra 3:39
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11. Patria quieta 4:26
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12. Piove luce 3:46
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13. Ischidados 2:50
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14. Mielacrime 3:49
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15. Il respiro del silenzio 3:43
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16. Cuore e vento 4:03
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17. Amore nou 3:47
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18. Sa oghe 3:35
Il cofanetto “S’Istoria” rappresenta la prima raccolta antologica dedicata ai Tazenda e al loro
ineguagliabile intreccio di folk, di tradizione, di rock.
Ma si tratta anche di un’occasione per
riscoprire i primi passi della band, grazie alla riproposizione per intero dei primi tre album,
contraddistinti da una pregiata ispirazione prog-rock e finora mai ristampati.
Il primo disco del cofanetto ripropone per intero l’album di debutto Tazenda, pubblicato nel 1988,
e buona parte del successivo “Murales”, realizzato tre anni dopo.
Per l’opera prima, che si apriva con “Sos ojos de sa jana” e terminava con l’immancabile “No Potho
Reposare”, il classico forse più amato della tradizione sarda, il terzetto composto da Andrea
Parodi, Gino Marielli e Gigi Camedda aveva scelto di concentrarsi esclusivamente sulla lingua
d’origine. “A sa zente”, la seconda traccia, era stata la prima canzone scritta dal gruppo, e
“Carrasecare” una favorita per i decenni a venire.
L’album del 1991 “Murales” aveva invece segnato l’apertura alla lingua italiana e la consacrazione
a livello nazionale, grazie anche all’incontro con Pierangelo Bertoli e all’incredibile successo di
“Spunta la luna dal monte”, presentata dal gruppo insieme al cantautore emiliano al Festival di
Sanremo di quell’anno. Il brano, quinto alla kermesse, si aggiudicò la targa Tenco e risultò poi il
quattordicesimo singolo più venduto dell’anno in Italia. Si era ispirato al paesaggio sardo, con una
luna in grado di illuminare storie di povertà – di quei disperati che in logudorese sono chiamati
Disamparados, come la versione interamente sarda della canzone che apre il secondo cd del
cofanetto.
Suoni dal richiamo arcaico cullano “Mamoiada”, un altro grande classico del repertorio dei
Tazenda contenuto nella seconda opera discografica del gruppo, che racconta trame d’inimicizia e
di sangue sullo sfondo dell’omonimo paese della Barbagia di Ollolai. “In sas nues tuas” spinge
invece la fertile ibridazione culturale inseguita dal terzetto ancora più in là, facendo convergere la
tradizione sarda ed il pop rock con derivazioni reggae.
La già citata Disamparados e “Naneddu” (Lettera a Nanni Sulis), le ultime due tracce
originalmente contenute in Murales, aprono la seconda parte del cofanetto, dedicato
principalmente a” Limba”, l’album pubblicato dai Tazenda nel 1992.
Fu questo l’anno della significativa collaborazione con Fabrizio De Andrè – già incontrato nel ’90,
quando i Tazenda avevano prestato le loro voci ai cori di “Monti di Mola”, brano di chiusura de Le
Nuvole -, con il quale Luigi Marielli firmò” Pitzinos in sa gherra”, toccante difesa di purezza tra
macerie di disumanità, presentata al Festival di Sanremo. La storica intesa con il cantautore
genovese continua sulle note di “ ‘Etta Abba, Chelu”, nella quale la voce De André è riconoscibile
nei cori.
Il progetto culturale dei Tazenda si mostra più ispirato che mai, dividendosi tra un’esperta
riscoperta di radici (come in Deus ti salvet Maria, l’Ave Maria sarda) e una risplendente ricerca
d’incroci: è il caso, ad esempio, di “Suite: Preghiera Semplice”, cantata in sardo, italiano, inglese e
giapponese antico, con il “nam-myoho-renge-kyo” preso dal Sutra del Loto buddhista.
Il secondo cd ospita anche due tracce estrapolate da Il “Popolo Rock”, il primo live dei Tazenda,
pubblicato nel 1993: “Sa Dansa,” in particolare, si contraddistingue per la presenza della voce di
Maria Carta, indimenticabile icona del canto sardo.
Ci sono pure Rios de Alenos e Frore in su nie dall’album del 1995 “Fortza Paris,” l’ultimo dei
Tazenda con Andrea Parodi.
Con quest’ultima produzione del terzetto originale si apre il capitolo conclusivo del cofanetto, che
si concentra poi sulla successione a Parodi, caratterizzata dalla permanenza di Beppe Dettori dal
2006 al 2012 ed infine, negli ultimi anni, dall’ingresso nel gruppo dell’algherese Nicola Nite,
talento scoperto online.
Un’ultimo sguardo ad un passato incancellabile: “Armentos” è una toccante fotografia della breve
reunion della band con Andrea Parodi, immortalata in un live del 2005. Si trattava di un brano
nuovo per i Tazenda, in quanto parte della produzione solista di Parodi, tragicamente scomparso
nell’ottobre 2006.
Segue” Domo Mia, “hit della rinascita: l’ingresso di Beppe Dettori salutato in occasione della
collaborazione con Eros Ramazzotti, che lanciò l’album del 2007” Vida “e si conquistò un disco di
platino.
Il suono del nuovo Millennio è caratterizzato da un’attenzione particolare per le collaborazioni,
come dimostrano la presenza di “Madre Terra” (il duetto con Francesco Renga tratto
dall’omonimo album del 2008) e di “Piove Luce”, collaborazione con Gianluca Grignani dell’anno
successivo.
Un’intesa particolarmente sentita, negli ultimi anni, è stata quella con i Modà: il brano” Il Respiro
del Silenzio” (qui presente in versione live), scritto da Marielli insieme a Mogol, ha ospitato il
cantante Kekko Silvestre, inaugurando anche il periodo corrente con Nicola Nite al microfono.
“Cuore e Vento “(2014) è stato invece pensato dai Modà come omaggio alla Sardegna, e
inevitabilmente associato al suono inconfondibile dei Tazenda.
Il lungo viaggio di S’Istoria si conclude infine con un inedito, “Sa Oghe”, commossa dedica
all’indimenticabile Andrea Parodi.