Rattle That Lock
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1. 5 A.M. 3:02
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2. Rattle That Lock 4:57
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3. Faces of Stone 5:32
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4. A Boat Lies Waiting 4:36
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5. Dancing Right In Front of Me 6:10
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6. In Any Tongue 6:46
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7. Beauty 4:27
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8. The Girl In The Yellow Dress 5:25
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9. Today 5:56
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10. And Then… 4:20
“Rattle that lock” è il quarto lavoro solista di David Gilmour. Arriva a quasi 10 anni di distanza da “On an island”, uscito nel marzo 2006, con la partecipazione di ospiti di lusso come David Crosby, Graham Nash, Robert Wyatt, Rick Wright, Georgie Fame e Phil Manzanera (anche coproduttore).
Al disco fa seguito un tour che tocca anche l’Italia e da cui vengono estratti dvd e album dal vivo. Nel 2014 la pubblicazione di “The endless river”, il disco dei Pink Floyd ricavato da incisioni effettuate tra il 1993 e il 1994 con Nick Mason e Richard Wright. Ma mentre continua la celebrazione del mito dei Pink Floyd (nello stesso periodo esce anche il box “The early years”) Gilmour è già al lavoro da tempo su nuovo.
materiale.
“Rattle that lock” è l’album di un musicista che non si cura della pesante eredità della band di “The dark side of the moon”. Al valore musicale, concettuale e storico di quel lascito contrappone un disco assemblato con formidabile bravura, fatto di chiaroscuri, marchiato dai segni chitarristici inconfondibili, mosso da qualche momento inatteso e altri come ci può aspettare dalla sua storia.
All’atmosfera affascinante ma sedata di “On an island”, il musicista contrappone una raccolta di canzoni che forse riflette il modo in cui il lavoro è stato concepito: Gilmour ha cumulato registrazioni nell’arco di cinque, sei anni, per poi rielaborarle negli ultimi due, interrompendosi giusto per lavorare a “The endless river” dei Pink Floyd. Ne esce un lavoro piuttosto vario che mette in fila frammenti musicali intensi e arrangiamenti raffinatissimi ad altri meno originali.
A legare le 10 canzoni, 14 nella versione deluxe, c’è un concept: i pezzi rappresentano i pensieri e gli stati d’animo di una persona nell’arco della giornata. Dai testi emerge piuttosto un incitamento a vivere pienamente la propria vita, qui e ora, forse perché Gilmour, 70 anni, si confronta qui con storie di vita e di morte. Se alla fine di “On an island” ci congedava con l’immagine di lui e della moglie che tornano a casa pigramente a braccetto, in “Rattle that lock” rivolge lo sguardo spesso all’esterno, senza rinunciare a momenti autobiografici.
Nel disco si ritrova lo stile chitarristico che ha reso celebre Gilmour: atmosfera sospesa, note di chitarra tenute a lungo, piani di tastiera. In più, l’orchestrazione del polacco Zbigniew Preisner già presente su “On an island” e nel “Live in Gdansk” dove dirigeva la Polish Baltic Philharmonic Orchestra.
Il finale rappacificante di “And then…” lascia intendere un qualche tipo di seguito. Gilmour promette che non farà passare altri nove anni prima di pubblicare un nuovo album.
E infatti Gilmour, dopo questo album, si lancia in un lungo tour, che jel 2016 il tour sbarca anche all’Anfiteatro Romano di Pompei, dove 45 anni prima i Pink Floyd avevano girato uno storico film: dall’evento viene ricavato un album dal vivo pubblicato a settembre del 2017 e un film. Il passato e il presente, la storia dei Pink Floyd e la carriera di Gilmour si ricongiungono definitivamente