No Rest for the Wicked
-
1. Miracle Man 3:48
-
2. Devil’s Daughter (Holy War) 5:14
-
3. Crazy Babies 4:15
-
4. Breakin’ All The Rules 5:14
-
5. Bloodbath In Paradise 5:02
-
6. Fire In The Sky 6:24
-
7. Tattooed Dancer 3:53
-
8. Demon Alcohol 4:27
-
9. Hero 4:46
-
10. The Liar 4:29
-
11. Miracle Man 3:47
No Rest For The Wicked segna l’ennesimo passaggio di Ozzy da una fase all’altra della sua
carriera e discografia.
Passaggi peraltro contraddistinti dall’avvicendarsi dei vari chitarristi che si sono susseguiti al suo
fianco. Da Randy Rhoads a Brad Gillis, da Jake E Lee a Zakk Wylde.
Quest’ultimo era un giovanissimo axe hero che mandò all’ex leader dei Sabbath una demo tape,
che convinse Ozzy ad assoldarlo al posto di Jake E Lee , il quale di lì a poco avrebbe fondato i
Badlands con Ray Gillen.
Questo è un disco particolare però della discografia di Mr. Osbourne, un album che in qualche
modo lo porta dalle sonorità cupe legate alla vecchia terra d’Albione, verso soluzioni più vicine al
sound che in quel momento imperava negli States. E’ un metal più orecchiabile, fortemente
caratterizzato dalla chitarra di Wylde, che nonostante la giovane età non ha paura di prendersi la
scena. La produzione è affidata a Keith Olsen che si occuperà anche del missaggio coadiuvato da
Roy Thomas Baker.
Su Keith Olsen si potrebbe scrivere un libro! Negli anni 80 aveva collaborato con chiunque, da Pat
Benatar ai Whitesnake, da Rick Springfield a Sammy Hagar. Nella band in continua evoluzione
troviamo Randy Castillo alla batterie, il rientrante Bob Daisley al basso, che contribui anche dal
punto di vista compositivo alla stesura del brani. La line up è completata da John Sinclair alle
tastiere, elemento sonoro sempre più presente nel sound di Ozzy.
“NRFTW” è un album più maturo e compatto rispetto al passato , e vive alcuni episodi
assolutamente significativi , come il mid tempo “Breaking all the rules” dall’ incedere ritmico
davvero pregevole. Zakk colora il suono di Ozzy di un chitarrismo che fa ricordare quello di Randy
Rhoads, fatto di continui vibrati ed orpelli di varia natura.
“Bloodbath in paradise” è un altro tipico esempio di questo nuovo stile che diventerà negli anni e
negli albums successivi un vero marchio di fabbrica di Ozzy. L’album si apre con Miracle Man” che
stabilisce già il nuovo parametro e che viene ribadito e confermato da “Devil’s Daughter” e “Crazy
Babies”.
Ma è in “Fire in the Sky” che l’istrionico Iron Man ritrova il suo antico smalto confezionando una
ballata ruvida e tagliente, dove Wylde si diverte a tessere linea armoniche pazzesche e si toglie lo
sfizio di una parte ritmica con una 12 corde. “Tattoed Dancer” e “Alchool Demon” affrontano
luoghi comuni del colorato carrozzone circense del rock e sono l’occasione per Ozzy di parlare di
se stesso e raccontarsi.
Nella versione deluxe c’è una versione live di “Miracle man” con al basso non Daysley ma Geezer
Butler, altro storico membro dei Sabbath, da sempre unito e fedele amico di Ozzy. Un brano
questo che fortemente caratterizza tutto il disco. Parla del predicatore Jimmy Swaggart, da
sempre acerrimo nemico di Ozzy, che nel 1988 fu arrestato per reati di natura sessuale e coinvolto
in un terribile scandalo dal quale usci distrutto. Ozzy si diverte a deriderlo con rabbiosa
spietatezza.
L’album vende 2 milioni di copie nei soli Stati Uniti, ma fallisce l’ingresso nella Top Ten
attestandosi nella sua più alta posizione alla 13.“Miracle Man”fa anche peggio salendo solo sino
alla posizione 87 della classifica dei singoli. Da questo disco partirà un tour molto impegnativo per
Ozzy , che lo terrà discograficamente fermo sino al 1991, quando tornerà con No More Tears. “No
Rest for The Wicked” resta un capitolo importante della saga discografica di Ozzy, viene
considerato infatti il suo album migliore dopo un periodo di flessione che può essere ricondotto
agli albums con Jake E Lee alla chitarra. Zakk Wylde fu dunque un motivo di svolta artistica e di
ispirazione anche per un mostro sacro come Osbourne.