Leftoverture
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1. Carry on Wayward Son 5:23
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2. The Wall 4:48
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3. What’s on My Mind 3:28
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4. Miracles out of Nowhere 6:26
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5. Opus Insert 4:28
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6. Questions of My Childhood 3:39
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7. Cheyenne Anthem 6:53
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8. Magnum Opus: Father Padilla Meets the Perfect Gnat / Howling at the Moon / Man Overboard / Industry on Parade / Release the Beavers / Gnat Attack 8:27
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9. Carry on Wayward Son 4:53
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10. Cheyenne Anthem 6:42
In America e nei paesi anglosassoni lo chiamano “Album-oriented rock” o semplicemente AOR. E’ un formato radiofonico americano dedicato ai gruppi rock e alle loro canzoni “da album”. Niente singoli, si possono passare anche brani lunghi e complessi. E da format radiofonico, nato per rispondere alla necessità passare i brani di artisti che arrivavano dalla lezione del progressive, è diventato un genere musicale, con un largo manipolo di appassionati ancora oggi.
Se c’è una band simbolo di della musica di questo genere vario e multiforme, sono i Kansas. Così come vario e multiforme è il loro disco-simbolo, “Leftoverture” del 1976. Un disco ricco e difficilmente classificabile, tra prog rock connotato da forti influenze folk, rock ballad (anzi, power ballad, come venivano chiamate negli anni Ottanta), arrangiati con il gusto raffinato e patinato che AOR richiede, con una spruzzata di hard rock.
I Kansas si formano a Topeka nel 1970, dall’incontro tra Kerry Livgren (chitarra), Dave Hope (bassista) e Phil Ehart (batteria)— che suonano assieme alle scuole superiori. Si unisce l’anno successivo il suonatore di violino Robbie Steinhardt e il gruppo cambia nome in White Clover per poi diventare Kansas con l’arrivo di Steve Walsh (voce) e di Richard Williams (chitarra). il debutto è con il disco eponimo nel 1974, a cui seguono a stretto giro “Song for America” e “Masque”, entrambi del ’75.
Il successo è graduale. Anzi, quando arrivano ai preparativi del quarto disco, hanno addosso la pressione di non avere rispettato le aspettative, e di rischiare il “la va o la spacca” con la Epic, la loro casa discografica. Il loro leader Steve Walsh si ritrovò con il blocco delle scrittore, e fini per co-firmare solo tre canzoni, lasciando il compito a Kerry Livgren.
Il risultato fu un album che univa brani più dichiaratamente progressive – come la lunga suite “Magnum opus”, a canzoni più dritte e come “Carry on Wayward Son”, che sarebbe diventata un classico dell’AOR.
Questa canzone fu infatti la svolta per la band: pubblicata come singolo a novembre del ’76, un mese dopo il disco, divenne una hit, arrivando all’11 posto delle classifiche di Billboard. Sarebbe diventato IL classico della band, sempre suonato dal vivo, sempre incluso nelle antologie e nei dischi live.
La ricezione al tempo fu contrastante. Rolling Stone scrisse che il singolo metteva i Kansas al livello di Boston e Styx “C+ ome una delle nuove band americane che combinano strumentazione hard rock e assoli inpressionanti con melodie e cori cantabili”. Il decano dei critici statunitensi Robert Christgau sostenne invece che la band non era al livello del progressive europeo, e che la band era completamente priva di ironia e humor, prendendosi troppo sul serio.
Queste critiche riflettono la posizione controversa che il genere aveva al tempo e ha tuttora tra i puristi del rock. Ma il disco finì per vendere oltre tre milioni di copie, diventando un classico e consolidando il ruolo dei Kansas come “la più determinatamente artistica band di tutte le art-rock band americane”.