La realtà, la lealtà e lo scontro
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1. Intro 1:13
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2. Il mattino ha l’oro in bocca 4:53
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3. Vittime e complotti 4:01
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4. A spasso per l’impero 3:35
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5. Oro e acciaio 5:37
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6. Sulla costa 5:31
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7. Danneggiatori 4:30
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8. E la sagra continua 4:47
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9. Stati d’ansia 5:53
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10. I numeri di Cabal 2:19
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11. Dal profondo 4:01
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12. Attimi di gioia tra il dolore 5:17
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13. Via da qua 4:41
Prima di Fabri Fibra e Marracash, di Gué Pequeno e Salmo c’è stato Lou X. Rapper abruzzese figlio della stagione dell’hardcore rap americano di N.W.A. e Public Enemy, non conosce scorciatoie, né ammiccamenti pop. È un po’ un marziano, si autodefinisce “cafone”, gira con la sua crew chiamata Costa Nostra. Fa rap politicizzato, mette in fila rime forti, racconta storie di strada senza compiacimento. Il suo terzo album “La realtà, la lealtà e lo scontro” è il più singolare della sua storia e rappresenta al tempo stesso un addio. Non pubblicherà più dischi, sparendo dalle scene senza fornire alcuna spiegazione nel momento in cui il rap sta diventando un genere popolare.
Nel 1998, l’anno in cui viene pubblicato “La realtà, la lealtà e lo scontro”, la scena musicale italiana è radicalmente diversa da quella attuale. Ci sono le posse politicizzate, ci sono i rapper che copiano lo stile degli americani, c’è chi come Articolo 31 e Frankie Hi-NRG ha portato il rap al grande pubblico, ma il boom del genere è di là a venire. Uno degli artisti più apprezzati in quel periodo è proprio Lou X, vero nome Luigi Martelli, 26 anni, nato a Pescara. Ha alle spalle due album, “Dal basso” del 1994 con DJ Disastro e “A volte ritorno” del 1995. Ancor prima ha pubblicato la cassetta “Rappresaglia” e ha collaborato con alcuni bei nomi della scena, tra cui gli Assalti Frontali. Ha firmato per la major BMG, a un’unica condizione: non subire interferenze nelle scelte di musica e testi.
Lou X arriva a “La realtà, la lealtà e lo scontro” con un notevole bagaglio di credibilità e, tra le altre cose, la soddisfazione di avere aperto i concerti romani dei Cypress Hill. Partecipa anche al concerto del Primo maggio e al festival milanese Sonoria. Pur essendo sotto contratto con una major, costruisce le basi del nuovo album da solo, in casa. Il risultato è un disco musicalmente essenziale e decisamente cupo, quasi un film sonoro thriller. Ci sono gli scratch di DJ Fregno & Sonico, la voce di Bibiana Carusi, il basso di Quirino Prosperi, ma “La realtà, la lealtà e lo scontro” suona come l’album di una persona chiusa nella sua solitudine, con basi dark e ripetitive.
“Se cerchi distrazione non è canzone”, rappa Lou X in “Il mattino ha l’oro in bocca”. Temi personali si fondono a rime sulla “rivoluzione nel cuore dei dannati”. Cinque tracce sono prodotte con C.U.B.A. Cabbal, nome d’arte di Andrea Martelli, cugino di Lou X. “Stati d’ansia” è un pezzo contro i “troppi MC figli dei Milli Vanilli”, ovvero i rapper costruiti a tavolino. Vengono confezionate anche due canzoni contenenti campionamenti di Patty Pravo, ma alla fine vengono escluse per mancanza della liberatoria da parte della cantante. L’album finirà per vendere 30.000 copie, una buona cifra per un disco rap di questo tipo. Lou X sparirà dalle scene.
Nel libretto del CD è contenuto uno scritto del rapper che riassume lo spirito dell’album e ne giustifica il titolo: “C’è qualcuno che ha paura… paura di guardarsi dentro. Prima. E guardare fuori. Dopo… Paura di scoprire un universo lontano dal ruolo assegnatogli. Che cozza violentemente con le illusioni dello spettacolo e del dominio […]: PERCIÒ È LA REALTÀ. C’è qualcuno che ha paura ancora… paura di spegnersi come un lumino in un cimitero… e lotta per risplendere con forza, con passione, per brillare al sole come tamburi di guerra che battono in cuor suo e in quelli che pulsano intorno […]: PERCIÒ È LA LEALTÀ. C’è qualcuno che mette paura… Col buio. Fabbricato con luci e bagliori. Con cui riempie anime dannate… con i suoi mille e mille soldati che di umano non hanno più niente. […] Pronti a sacrificare la realtà e la lealtà sugli altari dell’impero: PERCIÒ È LO SCONTRO”.