Contaminazione
-
1. Absent For This Consumed World 1:17
-
2. 3:41
-
3. Il Suono Del Silenzio 3:32
-
4. Mi Sono Svegliato E… Ho Chiuso Gli Occhi 3:56
-
5. Lei Sei Tu: Lei 2:04
-
6. La Mia Musica 4:09
-
7. Johann 1:22
-
8. Scotland Machine 3:06
-
9. Cella 503 3:18
-
10. Contaminazione 1760 1:04
-
11. Alzo Un Muro Elettrico 2:43
-
12. Sweet Suite 3:12
-
13. La Grande Fuga 3:00
Contaminazione. il terzo disco della formazione romana Il Rovescio della medaglia, anche se Ballarini è pescarese, dopo La Bibbia (1971) e Io come Io (1972) è costituito da una suite di 40 minuti, divisa in 13 movimenti, ispirata musicalmente a Bach, titolo completo: Contaminazione di alcune idee de certi preludi e fughe del Clavicembalo ben temperato di J.S. Bach.
Rispetto ai primi due, ovviamente, la componente sinfonica è preponderante rispetto alla matrice hard rock del Rovescio. Considerato da molti la summa del loro discorso, anche se l’esordio ha la potenza genuina dell’opera prima e il secondo un oscuro fascino che non fu pienamente compreso. I testi, scritti da Sergio Bardotti (Pavia, 14 febbraio 1939 – Roma, 11 aprile 2007) e Sergepy (pseudonimo di Giampiero Scalamogna, noto come Gepy & Gepy, Roma, 13 giugno 1943–3 luglio 2010) costituiscono una storia un po’ strampalata sulla continua reincarnazione di Somerset, musicista scozzese. Ancora oggi su Facebook scrivono ai componenti del Rovescio per carpirne il significato. Così il 13 ottobre un appassionato scrive al chitarrista Enzo Vita, in particolare su Alzo un muro elettrico: “I testi di Contaminazione sono come i più oscuri misteri d’Italia, come Ustica e la strage di Bologna. Bravi, comunque. Il chitarrista romano gli risponde: “dato che il testo parla di uno che si crede il 21° figlio di Bach viene spontaneo pensare che sia una frase da… “matti”. La conversazione si riferiva a queste liriche: Alzo un muro elettrico, Alaketué, Alaketué – Si apre un sole d’organi, Alaketué, Alaketué – Lei è la! – Ora io son tornato in me – Alaketué, Alaketué. Fondamentale fu l’opera del M° Bacalov, già artefice di collaborazioni simili con i New Trolls e gli Osanna. “L’entrata di un tastierista nel gruppo per Contaminazione – afferma Enzo Vita – allargò lo spettro delle sonorità che volevamo ottenere, allora quelle della contaminazione tra rock e musica classica, e qui il maestro Bacalov fu fondamentale, sia nel creare che nel dirigere il tutto. Lo incidemmo in 15 giorni nello studio B della RCA. Fu divertente, in un disco così influenzato dalla musica classica, tirar fuori gli effetti della chitarra mettendola a terra con l’amplificatore a tutto volume, mentre controllavo fischi e distorsioni varie. Se non ci fosse stato Bacalov chissà cosa avremmo fatto… certamente avrei messo più chitarre! Pino Ballarini chiarisce i suoi gusti musicali all’epoca: amavo il rock, quello dei Deep Purple, Jon Lord in particolare. M’interessava l’uso delle voci alla maniera degli Yes e mi piaceva il canto nei Traffic. Fu il disco migliore per suoni ed arrangiamenti, grazie a Bacalov. Realizzato pezzo dopo pezzo come un puzzle, il grande lavoro è stato assemblare tutto con logica e coerenza di testo. Ricordo che alla fine delle registrazioni musicali dovetti fare le voci e, come vuole il ruolo di cantante solista, fui veramente da solo; cantai di sera, mentre il resto del gruppo andò al Palazzo dello Sport all’Eur per il concerto degli Yes. In uno studio quasi al buio cantai tutte le parti fino a tarda notte. I testi li scrissero Bardotti e Sergepy perché lo volle Bacalov, che fu il vero istrione di Contaminazione. Io, dato che le parti cantate non furono molte, purtroppo non passai ogni giorno negli studi. Bacalov mi fece arrabbiare non poco perché mi chiedeva di cantare La mia musica come Nico Di Palo dei New Trolls; diceva, nei punti in cui si saliva di tono e di volume, di cantare quelle parti non a voce piena ma in falsetto (voce di testa)… m’impuntai e vinsi, così eseguii quelle parti come diceva il mio cuore. Però Bacalov era una persona fantastica e di una preparazione straordinaria. Ha realizzato Contaminazione come un sarto cuce il vestito della festa; suonava il clavicembalo, prendeva le nostre parti e di volta in volta le univa. Quelli della RCA dissero, prima di presentarcelo: state attenti, cercate di assecondarlo e non fatelo irritare, altrimenti è capace di mollare tutto. Infatti, all’inizio avevamo un po’ di timore, rafforzato dal fatto che sputava musica da tutte le parti mentre parlava con una competenza assurda. Invece aveva una goliardia pazzesca, non aveva età, una persona capace e volitiva ma estremamente ironica. Ci sentivamo davvero come un gruppo di capelloni davanti a Sua Maestà.