Anatomy Of A Murder
-
1. Main Title And Anatomy Of A Murder 3:56
-
2. Flirtibird 2:11
-
3. Way Early Subtone 3:56
-
4. Hero To Zero 2:10
-
5. Low Key Lightly 3:36
-
6. Happy Anatomy 2:32
-
7. Midnight Indigo 2:42
-
8. Almost Cried 2:24
-
9. Sunswept Sunday 1:51
-
10. Grace Valse 2:30
-
11. Happy Anatomy 1:27
-
12. Haupe 2:36
-
13. Upper And Outest 2:18
-
14. Anatomy Of A Murder 2:42
-
15. Merrily Rolling Along 3:47
-
16. Beer Garden 1:50
-
17. Happy Anatomy 2:37
-
18. Polly 3:34
-
19. Polly 3:53
-
20. Happy Anatomy 2:13
-
21. More Blues 2:12
-
22. Almost Cried 2:13
-
23. Sound Track Music: Anatomy Of A Murder 2:27
-
24. Anatomy Of A Murder 2:34
-
25. The Grand Finale 10:47
-
26. Pause Track 0:06
Anche nella grande e ricca storia del jazz è difficile imbattersi in dischi iconici come “Anatomy of a murder”, colonna sonora pubblicata del film del ‘59 diretto da Otto Preminger e tratto dal romanzo best-seller di Robert Traver del ’58.
Già il romanzo aveva messo in discussione alcuni valori dell’America puritana, con la sua storia che raccontava un processo per omicidio in una città del Michigan, con una donna che è stata violentata e chiede di difendere il marito, un reduce di guerra, reo dell’avere giustiziato il violentatore, mentre l’avvocato è un ex alcolista. Uno dei primi legal drama e uno dei primi libri-film hollywoodiani ad affrontare il tema dello stupro.
E una delle prime colonne sonore hollywoodiane e affidate ad un musicista afroamericano con musica non-diegetica, ovvero senza che i musicisti si vedano in campo come parte della scena.
I titoli di testa del film, con la musica di Ellington su una illustrazione grafica del grande Saul Bass, sono uno momento appunto iconico, e non soltanto per la musica, ma per la cultura del ‘900.
Fino a quel momento, l’orchestra di Duke Ellington era già apparsa in diversi film, ma appunto in maniera diegetica, presente in scena. La rottura qua è proprio nella richiesta da parte del regista di comporre musica originale, legittimando la musica afroamericana non soltanto come attrazione di sfondo, ma come musica tout-court. E questo anche se il film non aveva necessariamente a che fare con il mondo del jazz.
Il disco venne composto da Ellington assieme al suo storico collaboratore Billy Strayhorn, ed rinciso con la sua big band, con alcuni dei suoi altrettanto storici musicisti (Johnny Hodges, Paul Gonsalves, Harry Carney, Russell Procope, William “Cat” Anderson) in bella evidenza.
Anche se nel film la musica si sente a spizzichi e bocconi, oltre ai titoli di testa, fondamentale fu l’idea di Ellington di usare la composizione contravvenendo gli stereotipi di genere, ovvero l’uso di certe atmosfere in maniera codificata dal cinema precedente e soprattutto di rifiutare un approccio didascalico a ciò che si vede sullo schermo, anticipando una tendenza della New Wave del cinema degli anni ’60.
Pubblicato nel giugno ’59, ristampato in CD nel ’95 e poi nel ’99, vinse tre Grammy: Best Performance by a Dance Band, Best Musical Composition First Recorded and Released in 1959 e Best Sound Track Album.
Ad oggi è considerato uno dei lavori migliori del duo Ellington-Strayorn: come a dire uno dei più grandi album jazz di tutti i tempi.