A Funk Odyssey
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1. Feel So Good 5:23
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2. Little L 4:55
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3. You Give Me Something 3:24
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4. Corner of the Earth 5:40
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5. Love Foolosophy 3:46
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6. Stop Don’t Panic 4:32
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7. Black Crow 4:04
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8. Main Vein 5:03
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9. Twenty Zero One 5:16
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10. Picture of My Life 3:43
Tornano nel 2001 i favolosi Jamiroquai con un nuovo album, “A funk Odyssey “.
Scritto – come la maggior parte delle tracce degli album precedenti – da Jay Kay insieme al tastierista Toby Smith, anche questo disco è la riprova di come la musica possa essere la più potente e irrefrenabile delle magie, e lo fa supportata da un complesso intreccio sonoro potente ed energico.
Tastiere e chitarre, percussioni scalmanate, un basso schiaffeggiato con travolgente maestria, fiati da grandi occasioni e orchestrazioni vorticose a guidare il tutto.
Si tratta di un vero e proprio viaggio nel sound peculiare della band inglese, una “Odissea” nel funk anni 70 riletto con occhi che guardano al nuovo millennio, mista a rock dance, e a qualche sonorità latina.
“Feel so good “ si apre in un’atmosfera rarefatta, sospesa, finché i brillanti synth di Toby Smith,,la pulsante bass line, i funky beat trascinano il brano in una zona felice, dalle ritmiche serrate e dalle melodie irresistibili.
“Little L” predilige tastiere dalle rotondità spaziali, riff di chitarre catturanti, un sound sofisticato e rilassante, in cui Jay Kay si immerge e riemerge in una performance vocale sinuosa, morbida e sostenuta allo stesso tempo.
“Corner of The Earth “ affronta tematiche ambientaliste, care all’artista di Manchester, che si fondono perfettamente al funk pop e a colori e alle tinte latine e caraibiche, il brano è così un momento di puro divertimento.
Con “Love Foolosophy” si torna in pista, i synth pompano, la bass line e i riff di chitarra ipnotizzanti infettano la mente e richiedono subito un nuovo ascolto. Il titolo
insinua il gioco di parole tra filosofia e pazzia, a spiegare l’incerto equilibrio dell’amore.
Ammaliante “Black Crow”, sofisticato, dalle soffuse chitarre acustiche , armonizzazioni femminili che affondano in suggestioni aeree, cosmiche, in cui Jay Kay si muove con la grazia e la morbida intensità a cui ci ha abituati, da sempre.