Combat Rock
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1. Know Your Rights 3:39
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2. Car Jamming 3:58
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3. Should I Stay or Should I Go 3:06
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4. Rock the Casbah 3:40
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5. Red Angel Dragnet 3:48
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6. Straight to Hell 5:30
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7. Overpowered by Funk 4:55
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8. Atom Tan 2:32
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9. Sean Flynn 4:30
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10. Ghetto Defendant 4:45
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11. Inoculated City 2:43
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12. Death is a Star 3:08
Si può riassumere la storia dei Clash in tre periodI: le origini punk, assieme ai Sex Pistols. La crescita, il tentativo di rendere il punk adulto con “London Calling” e le sperimentazioni creative di “Sandinista!”.
E infine l’esplosione mainstream di “Combat rock”, a cui seguì l’implosione e la fine del gruppo.
Nel 1980 i Clash hanno sperimentato tutto quello che possono, in “Sandinista!”. Vanno in tour per un anno ma iniziano le tensioni. Joe Strummer vuole ricreare l’anarchia degli inizi per ritrovare l’energia creativa – ha la sensazione che il gruppo sia diventato troppo “professionista” e schiavo della routine. D’accordo con il bassista Paul Simon spinge per riportare alla guida del gruppo il vecchio manager Bernie Rhodes, al posto del management della Blackhill Enterprises, contro il parere di Mick Jones. il tutto mentre il batterista Topper Headon diventava sempre più succube delle sue dipendenze.
Insomma, un periodo caotico, forse non come nelle intenzioni di Strummer. Ma tutta questa situazione portò al disco più “normale” della band, quello che rese i Clash definitivamente leggendari, portandoli fuori dal punk e nel mainstream.
Quello che sarebbe diventato “Combat rock” (ma che all’inizio delle sessioni del novembre e dicembre 1981 aveva ancora il titolo meno iconico di “Rat patrol from Fort Bragg”) venne inciso tra Londra e gli Electric Lady Studios di New York, dove Mick Jones viva separato dal resto della band, a casa della fidanzata, mentre gli altri stavano in un Hotel sulla 44sima strada.
La band incise ben 18 canzoni, che vennero terminate nel marzo dell’82, dopo un tour nel sud est asiatico – durante il quale venne anche scattata quella che sarebbe diventata la foto di copertina in Tailandia, da Pennie Smith.
Le tensioni emersero soprattutto sulla forma da dare all’album. Jones insisteva per un altro doppio, con mix più lunghi delle canzoni, mentre il resto del gruppo per un disco singolo, con versioni più brevi e secche delle canzoni. Il manager Bernie Rhodes trovò una soluzione apparentemente salomonica, ovvero quella di affidare il missaggio finale all’esperto produttore Glyn Johns (mentore degli Who ai loro esordi), che però finì per portare il disco a 46 minuti standard proprio come voluto da Strummer, rimuovendo spesso code e introduzioni a diversee canzoni, altre togliendole del tutto.
Il disco finì così per avere 12 brani, alcune dei quali davvero leggendari: non solo il singolo iniziale “Know Your Rights” (con l’immortale introduzione: “Questo è un annuncio di pubblica utilità… Con le chitarre!”) e neanche solamente il ritorno al dub di “Straight to hell”, ma soprattutto “Rock the Casbah” e “Should I stay or should I go”. La prima venne scritta da Topper Headon: Strummer sostituì il testo originale (una banale storia d’amore) con delle liriche più ironiche, lasciando inalterato quasi tutto il resto: la canzone, terzo singolo, arrivò nella top 10 americana. Il singolo precedente era invece “Should I stay or should I go”, scritta da Mick Jones – sarebbe diventata l’unico numero 1 della band, ma solo quasi dieci anni dopo in una delle tante ristampe, quella del ‘91.
Jones, dopo l’uscita del disco e il relativo tour, se ne sarebbe andato – ma ancora oggi giura che quella canzone non venne stata scritta a proposito delle tensioni del gruppo, né della sua precaria relazione sentimentale di quel periodo.
L’album uscì a maggio dell’82, arrivando al numero 2 in Inghilterra e al 7° posto in America – venendo certificato disco d’oro dopo pochi mesi. Alcuni fan puri e duri – e qualche critico – accusò la band di essersi svenduta. Ma i veri problemi erano altri: Strummer licenziò Topper Headon subito dopo l’uscita dell’album, e in tour esplosero le tensioni: esattamente un anno dopo la pubblicazione, Strummer fece fuori anche Mick Jones. I Clash – o quel che ne rimaneva – incisero ancora un album, “Cut the crap”, frutto quasi esclusivo della mente di Strummer, e accolto da pessime critiche. Ma trentacinque anni dalla sua uscita, “Combat rock” rimane per molti versi l’album più iconico, diretto e accessibile del gruppo.