Burattino Senza Fili
-
1. E’ Stata Tua La Colpa 5:14
-
2. Mangiafuoco 4:53
-
3. La Fata 4:06
-
4. In Prigione, In Prigione 4:40
-
5. Dotti Medici E Sapienti 3:25
-
6. Tu Grillo Parlante 4:00
-
7. Il gatto e la volpe 2:59
-
8. Quando Sarai Grande 4:42
-
9. Prova D’Orchestra 1:46
E’ il 1977 e in Italia esplode “Burattino senza fili”, un concept album di Edoardo Bennato geniale, irriverente, di facile comprensione eppure a molti piani di lettura.
Tornano Pinocchio, i gendarmi e Mangiafuoco, ma ammantati di significati politici, sociali filosofici seppure di facile ascolto anche ad un orecchio che “non vuole pensieri”.
Il successo è immenso, l’album vende 1 milione di copie ed è il disco più venduto del 1977.
Così Bennato usa la favola di Collodi per raccontare le storture del potere, della legge, per riflettere sulla condizione femminile, per irridere gli imbroglioni che vivono alle spalle della gente.
Il disco inizia dalla fine della favola, e con “E’ stata tua la colpa” Bennato domanda al burattino se davvero è valsa la pena di diventare “carne e ossa” ed entrare a far parte del mondo reale per poi finire intrappolato nei fili della legge,della quotidianità, del potere ingiusto e cieco. Chitarra e armonica accompagnano la voce dolente di Bennato in questa ballad .
Si entra nella favola con “Mangiafuoco” , e il ritmo si fa sostenuto, il basso elaborato, la chitarra ritmica e le percussioni accompagnano il testo che racconta di come Mangiafuoco punirà chi non vorrà accettare il suo ruolo di marionetta. E chi vorrà muoversi senza fili, attenzione, verrà bollato come “”Pazzo”. La critica alla omologazione è fin troppo chiara, e la voce di Bennato si muove e balla proprio come una marionetta libera tra le note. Il brano è ipnotico, divertente.
Cambiano i toni con “La fata”. L’arrangiamento del pezzo predilige suoni delicati, le chitarre arpeggiano mentre Bennato racconta con toni ugualmente delicati, attraverso la metafora della fata, la figura femminile. Madre sorella e amante da sempre, e da sempre attaccata e prigioniera. Da sempre, quella che “paga di più”.
Un indiavolato rock and roll , “In prigione, in prigione” accompagna la voce dai toni divertiti ed ironici di Bennato, che nei panni di un giudice inflessibile condanna tutta la gente che ha l’ardire di provare a muoversi nella società in maniera civile ed onesta alla prigione. “In prigione, in prigione, e non do’ spiegazione”, è la divertente e salace frase di chiusura del pezzo.
Un bellissimo arrangiamento “mozartiano” ed una intera orchestra con tanto di ricche sezioni di archi, fagotti e controfagotti e tutto ciò che è d’uso,accompagnano la divertentissima canzone “Dotti, medici e sapienti”. Questa volta sotto la lente del cantautore ci finiscono tutti i falsi sapienti, i colletti inamidati della cultura, quelli paludati dietro le loro cattedre. E Bennato cambia vari registri di interpretazione in questa divertente pantomima, sembra quasi di vedere una folle opera teatrale, i personaggi ci sono tutti. Anche quella di un giovane timido che “non è andato a scuola” ma che ha la giusta cura per il ragazzo “malato” visitato dai sapienti in questione: scappare via, il più lontano possibile dalla melma culturale in cui si trova.
“Tu grillo parlante” si apre come una country ballad con tanto di armonica a bocca per poi sfociare in un blues piu sostenuto mentre il cantautore introduce la figura del saggio, noioso, legnoso grillo parlante che invita tutti a tenere toni più contenuti, alla saggezza e all’educazione, mentre intorno a lui esplode la festa, e magari pure un po’ di violenza. Anche qui la metafora è ben chiara, e si ripete la derisione e l’ironia nei confronti di chi ci vuole indicare sempre la retta via.Il disco continua con il brano forse più famoso , “Il gatto e la volpe”. Ancora sonorità americane, rock and roll anni ’50 in un pezzo estremamente “felice” in cui il gatto e la volpe stanno a simboleggiare tutti i furbacchioni – in questo caso parliamo di discografici, ma il concetto è piu ampio – che sfruttano l’ingenuità di chi non sa, per farne un sol boccone, per continuare ad usare termini da fiaba.
“Quando sarai grande” e “Dotti medici e sapienti instrumental”chiudono il cerchio di questa opera artistica coerente e compatta, tra le migliori del cantautore .napoletano. Quando sarai grande capirai tutto, cosa succede e perchè, capirai il senso di questo immenso gioco che è la vita. Ma per ora resta in fila, e cammina ordinato. Questo è il senso della canzone a cui Bennato affida il compito di concludere il concetto, di chiudere il cerchio.
Un inno alla ribellione e all’omologazione che è ancora e più che mai attuale.